(Tratto e modificato da Albanesi.it)
Il vaccino per la leishmaniosi canina (CaniLeish) è stato immesso sul mercato nei primi mesi del 2011, dapprima in Portogallo e poi in Francia, Grecia e Italia (aprile 2011). Purtroppo la fretta di arrivare sul mercato con un prodotto potenzialmente interessantissimo non ha spinto l'azienda produttrice (la Virbac SIMBOLO TM) a fare un'ottima campagna d'informazione, forse ritenendo sufficienti i documenti presentati all'atto della richiesta d'autorizzazione al CVMP (Comitato per i prodotti veterinari dell'Agenzia europea dei medicinali, EMA).
Tale documentazione è molto complessa e di fatto poco comprensibile all'utente che deve decidere se vaccinare il suo cane o meno (in altri termini, non è facile capire quanto funzioni il vaccino).
In questo articolo abbiamo isolato i punti essenziali, tralasciando quelli dubbi o quelli che non portavano un contenuto d'informazione concreto.
Il vaccino
Il vaccino ha lo scopo di indurre un'immunità cellulomediata di lunga durata.
Lo schema vaccinale (per cani di età superiore ai sei mesi) consiste in una prima iniezione, da ripetere altre due volte dopo 3 e 6 settimane, e poi c'è il richiamo dopo un anno; è necessario un test di negatività prima della vaccinazione. Per il primo anno il costo si aggira fra i 250 e i 300 euro (test e vaccinazioni).
La sicurezza del vaccino sembra decisamente confermata dai test condotti; come effetti collaterali si segnalano quelli tipici dei vaccini, quali una leggera ipertermia e rigonfiamenti cutanei nel luogo dell'iniezione.
Il vaccino è efficace?
Qui le cose si complicano. Purtroppo non si può rispondere con un semplice: sì! La marea di dati statistici che accompagna la documentazione dà sicuramente un'idea della serietà con cui l'azienda ha affrontato il problema, ma è anche una cortina fumogena su dati non molto ottimistici.
Esistono difficoltà oggettive nella valutazione dell'efficacia.
RISULTATI SPERIMENTAZIONE
Risultati ottenuti con uno studio di due anni su insiemi di cani (due gruppi di circa 60 soggetti) sufficientemente numerosi da essere statisticamente significativi:
- Il primo risultato è che il 43% dei cani vaccinati è risultato negativo (cioè sono rimasti nell'insieme A) dopo due anni mentre solo il 28% dei non vaccinati lo è rimasto.
- Il secondo risultato è che la probabilità che si arrivi a un'infezione clinicamente attiva (insieme D) è 3,8 volte inferiore per i cani vaccinati rispetto agli altri.
- Il terzo dato è che dopo due anni il 30% dei vaccinati presentava un'infezione (insieme C+D); nei due terzi di essi i sintomi erano così deboli (un concetto che statisticamente non è preciso e può falsare grandemente i risultati) da non poter essere dichiarati sintomatici (insieme D).
Dal terzo punto si potrebbe concludere che il vaccino funziona al 70%. Ma non è così!
Infatti i valori ottenuti su un solo periodo non sono sicuri.
Per il vaccino per la Leishmania avere un solo periodo di 2 anni non permette di stabilire nulla. Anzi, paradossalmente se il vaccino funzionasse solo probabilisticamente, se 7 cani non sono infetti dopo due anni, basta un banale calcolo e si scopre che solo il 24% resta non infetto dopo 8 anni e solo l'11,7% dopo 12 anni. Percentuali veramente molto basse che diventano molto vicine a quelle dei cani non vaccinati.
Non a caso, molti veterinari consigliano di continuare a usare i rimedi topici.
Concordando con il parere del dott. Gradoni, il vaccino è "un primo, limitato progresso che però dimostra come sia possibile sperare in vaccino "moderno" per l'immunoprotezione da questa parassitosi".