Attenzione altissima alla Processionaria - per tutti i cani!! MARZO, APRILE e MAGGIO: i mesi più pericolosi! ( FOTO IN FONDO ALL'ARTICOLO )
I bruchi della processionaria nella caratteristica disposizione in fila indiana...il contatto con questi bruchi causa ustioni chimiche molto pericolose. Quindi allontanarsi subito con il proprio cane quando si vede la loro presenza.
La processionaria del pino attacca tutte le specie del genere Pinus ma mostra una certa preferenza per Pinus nigra e Pinus sylvestris, inoltre si può trovare occasionalmente anche sui cedri, su Picea abies e su Larix decidua. L'insetto sverna allo stadio di larva di terza e quarta età all'interno dei caratteristici nidi sericei che vengono intessuti sui rami dei pini. In primavera le larve riprendono l'alimentazione cibandosi degli aghi di pino, ma nelle stazioni più calde, quando la temperatura del nido supera i 9° C le larve escono a cibarsi anche in inverno.
Di solito le larve sono attive solo la notte, mentre di giorno si trattengono al riparo nel nido. In primavera le larve sono molto voraci e causano forti defogliazioni. Giunte a maturità le larve si calano al suolo mediante un filo sericeo e si interrano fino ad una profondità di 10–15 cm. Una parte delle crisalidi può rimanere in diapausa anche fino a 7 anni. In luglio-agosto compaiono gli adulti, le femmine ovodepongono sugli aghi dalle 100 alle 280 uova, in un'unica covata a forma di manicotto. Le larvette nascono a fine agosto-settembre e iniziano ad alimentarsi subito sugli aghi, causando solo danni modesti.
Il Thaumetopoea pityocampa attacca di preferenza pini di giovane e di media età, specialmente quando vegetano su terreni poveri, asciutti ed esposti a sud o sud ovest.
Distribuzione e habitat
È un insetto diffuso nelle regioni temperate del bacino del mar Mediterraneo (Europa meridionale, Medio Oriente e Africa settentrionale), particolarmente lungo le alberature stradali e sulle piante marginali delle formazioni boscose. È considerato come uno dei principali fattori limitanti per lo sviluppo e la sopravvivenza delle pinete del Mediterraneo.
Attacca prevalentemente piante delle specie Pinus nigra e Pinus sylvestris, ma talvolta danneggia anche Pinus halepensis, Pinus pinea, Pinus mugo e Pinus pinaster; di rado attacca Pinus strobus, ed in via del tutto eccezionale può attaccare larici e cedri.
I nidi di Thaumetopoea, dove svernano le larve, sono riconoscibili anche a distanza; sono di forma piriforme e di colore bianco brillante, localizzati soprattutto sulle cime e agli apici dei rami laterali. A partire dalla fine di autunno – inizio inverno, l’osservazione dei nidi bianchi lascia pochi dubbi sulla presenza di questo lepidottero, che allo stato larvale causa danni sulle foglie (necrosi) e sui rametti, come defogliamenti.
Questo insetto è conosciuto anche perché nocivo per le specie a sangue caldo, uomo compreso; i danni provocati dalla penetrazione dei peli nella cute umana, possono essere modesti o assumere notevole gravità. Nella pelle, dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso, fortemente pruriginoso, che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi, si hanno quando i peli, o frammenti di essi, giungono a contatto con l'occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora, quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
Effetti sugli animali
La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l'erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell'insetto.
I sintomi sono spesso gravi.
Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco.
In questi casi il padrone intuisce la gravità di quanto è successo, perché vede che il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l'animale.
I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
Come curare un cane
La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da processionaria consiste nell'allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato.
Questa manovra non è sempre agevole, sia dal momento che il cane sta soffrendo e sia perché può essere per sua natura aggressivo; è dunque consigliabile fare uso di una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca.
Dopo questo primo intervento bisognerà fare d’urgenza altre cure appropriate.
Una lingua ustionat dal contatto cn i bruchi
Anche i peli dei bruchi che escono dai nidi sui pini, portati dal vento, possono entrare nelle camicie e maglie provocando all'uomo dermatiti molto noiose ed urticanti. Anche per questo motivo dobbiamo stare alla larga e lontani da questi nidi, che però non sono dannosi per i cani, ma solo per l'uomo.
Dermatite da processionara nell'uomo, causata dai peli dei bruchi portati dal vento
Thaumetopoea pityocampa