Chiamiamolo un allevamento dell'est.. è in questo condizioni che cengono tenuti gli adulti (maschi e femmine) e i cuccioli. Proviamo profonda tristezza e non inseriamo altre immagini.
In queste tristi condizioni vengono tenuti gli adulti, maschi, femmine, cuccioli. Proviamo profonda tristezza e non inseriremo altre immagini.
NON INCREMENTIAMO QUESTO TRAFFICO!
Ci chiamano spesso per acquistare un chihuahua… tra tanti che hanno avuto questo compagno per diversi anni, anche 18, senza problemi; altri spesso ci parlano e ci dicono che dopo pochi giorni i cuccioli si sono sentiti male e li hanno dovuti seguire per mesi dal veterinario per guarirli. Cuccioli morti dopo pochi mesi. Pedigree pagati e mai ricevuti oppure falsi, cuccioli ceduti come Toy (varietà che non esiste nei Chihuahua) poi diventati oltre lo standard (3 kg) da adulti, cuccioli ceduti di poche settimane dicendo che hanno 3 o 4 mesi in modo che sembrino micro, ecc...
Cerchiamo di capire cosa vuol dire “cane dell’ Est”.
I cuccioli entrano nel nostro paese per vie clandestine, in Tir, bauliere ecc, con poco cibo, spesso senza acqua. Tanti cuccioli, tutti insieme,di razze diverse spesso incompatibili tra loro.
Vengono portati molto piccoli di età (non dovrebbero lasciare la madre ed i fratelli prima dei 3 mesi) per attirare ancora di più i futuri proprietari dicendo poi che sono più grandi, ed ammesso che abbiano avute le vaccinazioni previste, vengono fatte troppo presto con pericolo per la loro salute.
Gli allevamenti da cui provengono non sono caldi di affetto e passione ma sono “fabbriche” che producono cani.
Senza controlli (come avviene da noi) da parte di strutture pubbliche ASL o Associazioni Cinofile Nazionali - ENCI - che tutelano la razza.
I cuccioli entro i 3 mesi ricevono dalla madre e dai fratelli tutte le istruzioni (imprinting) per quanto riguarda carattere, socializzazione,gioco, pericoli,sopravvivenza ecc.
Nello stesso periodo l’affetto, il calore e la presenza quotidiana dell’allevatore oltre all’ambiente ed alla eventuale presenza di altre mamme e cuccioli (i chihuahua fanno gruppo) aiuta i piccoli chihuahua a crescere nel modo migliore e più salutare.
Questi primi mesi di vita incidono sul carattere, felicità e benessere del futuro adulto in modo decisivo, spesso poco correggibile o addirittura irreversibile in seguito.
Negli allevamenti senza scrupoli le mamme sono tenute in piccole gabbie senza igiene e con minimo contatto umano. Non vogliamo essere tragici o drammatici, e non vogliamo usare parole troppo forti che possono solo far male a chi le legge, ma non è vita neanche per gli animali, purtroppo sfruttati al massimo per il valore dei loro cuccioli una volta arrivati a destinazione.
Le mamme partoriscono senza pause, poi, quando non servono più cosa succede? Sono solo un costo senza ricavi…meglio non immaginarlo.
I cuccioli di 30 60 giorni invece di giocare e completare lo svezzamento con madre e fratelli, vengono inviati come pacchi (nascosti in TIR, bauliere, ecc. in condizioni deprecabili) al loro destinatario, un italiano senza scrupoli che li propaganda per creature perfette, di ottima salute, ecc.
Spesso, per sembrare più mini, sono venduti come se avessero un’età maggiore falsificando i documenti.
Per fortuna molti, venduti, si salvano dalle angherie subite, ma per uno venduto quanti ne muoiono durante l’allevamento, il trasporto, con i nuovi proprietari?
E che carattere possono avere così maltrattati?
Oltre alla non conformità dei requisiti di razza. Che sarebbe il minimo se non per gli acquirenti.
Senz’altro meritano più affetto dei loro simili tenuti in ideali condizioni di allevamento, ed ogni nuovo proprietario poi si innamora di loro, ma questo traffico deve essere spezzato, prima di tutto per il bene dei cuccioli e degli adulti sfruttati, poi anche per il bene degli acquirenti.
Quindi il cucciolo che prendiamo in un negozio senza scrupoli o che ci viene portato a caselli autostradali, piazzali ecc è solo un animale traumatizzato, stremato , spesso malato (ed i guai si vedono una volta portato a casa) che ha bisogno di infinito affetto per rimediare il rimediabile. Ma se ha ormai superato il periodo più importante di apprendimento e formazione del carattere, anche tutte le nostre cure non risolvono molto.
Come fare per non dare ancora respiro a questo traffico?
Andare a vedere gli allevamenti, conoscere le persone che li seguono giornalmente, vedere gli adulti ed altri cuccioli. Capire come stanno nell’ambiente di allevamento, e sinceramente per vedere se un cucciolo è allegro e spensierato ci vuole proprio poco.
E’ chiaro che qualsiasi cucciolo anche cresciuto al meglio possibile, i primi giorni con i nuovi proprietari sarà un po’ triste. Ricorderà la mamma, i fratelli, gli altri compagni, ma se viene via da un ambiente sano, entro pochi giorni sarà perfettamente in forma e la compagnia più allegra ed affettuosa della casa.
Anche se il problema dei cani dell’ Est è abbastanza conosciuto, qualche persona potrebbe pensare che vengano scritte parole contro questo traffico solo per eliminare la concorrenza e cercare di pubblicizzare solo gli allevamenti italiani.
Se ne parla su televisione, radio, giornali, ma qualcuno può non essere informato o non averci fatto caso (fino a che il problema non ti coinvolge direttamente, spesso non facciamo caso a tutte le notizie).
Heidi e Carlino: rispettivamente una femmina di West Highland e un Carlino, due dei cani dall’Est sequestrati nel corso di un’indagine condotta anni fa nel centro Italia, hanno festeggiato insieme alla LAV la Legge* approvata dalla Camera dei Deputati, che ha introdotto pene severe - la reclusione da tre mesi a un anno e la contestuale multa da 3.000 a 15.000 euro - per chi introduce illegalmente cani e gatti in Italia.
La tratta illegale dei cuccioli coinvolge circa 200-300 mila cuccioli (stima annuale) introdotti illegalmente in Italia, falsificando documenti, con un giro d’affari stimato in almeno 300 milioni di euro all’anno grazie a cuccioli venduti a prezzi finali che oscillano tra i 500 e i 1.500 euro spesso “gonfiando” il prezzo all’origine anche fino a 20 volte.
L’Italia, ma anche altri Paesi come Spagna, Francia e Belgio, sono il punto d’arrivo di questo mercato illegale che ha origine dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, dove gli animali vengono precocemente sottratti alle loro mamme costrette a continue gravidanze, sottoposti a lunghi e infernali viaggi.
Se alcuni cuccioli viaggiano sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge (microchip. passaporto europeo, certificato sanitario), altri sono trasportati con documenti di viaggio falsi o contraffatti. Secondo un sondaggio della FNOVI (Federazione Nazionale Ordine Medici Veterinari Italiani), condotto nella categoria, la documentazione che viaggia con gli animali è considerata corretta solo nel 2% dei casi, verosimile nel 13%. La maggior parte (85%) degli animali da loro visitati è identificata con microchip, ma nell’80% dei casi non c’è corrispondenza con i dati registrati sul passaporto.
Ma anche per cani e gatti “regolari”, spesso l’irregolarità sopraggiunge al loro arrivo, quando la documentazione del Paese d’origine viene sostituita con nuova documentazione: nuovi vaccini, nuova data di nascita e di inoculazione del microchip. I cuccioli diventano così italiani…
Grazie a questa Legge* sarà perseguito chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce, trasporta, cede o riceve cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale. Un’aggravante è prevista se i cani o i gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore a 12 settimane o provengono da zone - come i Paesi dell’Est - sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria per evitare la diffusione di patologie come la rabbia.
La nuova Legge codifica, inoltre, l’introduzione illecita di animali da compagnia. Le condotte sanzionate, seppur analoghe a quelle previste dal reato di traffico illecito, si differenziano però da esso poiché poste in essere da soggetti che non hanno approntato un’attività organizzata o reiterata. La pena prevista è una sanzione amministrativa da 100 a 1000 euro - ecco un’altra novità - per ogni animale privo di sistemi di identificazione individuale, e da 500 a 1000 euro per ogni animale introdotto nel territorio nazionale in violazione della legislazione vigente, assenza delle necessarie certificazioni sanitarie e, ove richiesto, di passaporto individuale.
Previste sanzioni amministrative accessorie per il trasportatore o il titolare di un’azienda commerciale che violino più volte l’articolo di introduzione illecita (sospensione dell’esercizio dell’attività da uno a tre mesi o revoca nei casi più gravi). Quando l’introduzione illecita, sanzionata amministrativamente, viene commessa con un veicolo immatricolato all’estero, la Legge dispone l’applicazione dell’articolo 207 del Codice della strada: se il trasgressore non paga immediatamente la sanzione in misura ridotta è disposto il fermo amministrativo del veicolo.
Aumentate anche le sanzioni previste nel Codice penale per i reati di uccisione e maltrattamento di tutti gli animali (la reclusione passa “da tre a diciotto mesi” a “da quattro mesi a due anni” nel caso dell’uccisione; per il maltrattamento la previsione da “tre mesi a un anno” diventa “da tre a diciotto mesi mentre la multa passa “da 3000 a 15000 euro” a “da 5.000 a 30.000 euro”).
“Questa Legge è un atto di civiltà perché, fra gli altri obiettivi, rende praticabile quello dello scoraggiamento del mercato degli animali e ora per le nuove e più grandi responsabilità impone allo Stato e alle Regioni Autonome di rafforzare le Polizie locali e nazionali nelle attività specializzate a reprimere i reati contro gli animali - dichiara Gianluca Felicetti, presidente della LAV – abbiamo dovuto lottare due anni per ottenere la nuova legge e ora siamo già al lavoro per realizzare le iniziative per la sua piena ed efficace applicazione”.
“Altrettanto importante è che ogni cittadino faccia la sua parte per contribuire a stroncare questo squallido fenomeno giocato sulla pelle di animali in tenera età, evitando di ‘mercanteggiare’ esseri viventi e denunciando eventuali trasgressori - afferma Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore cani e gatti - Adottare un cane o un gatto da un rifugio è sempre da preferire, per il bene dei tanti animali che rischiano di passare tutta la vita rinchiusi in un canile e per contribuire ad arginare il fenomeno del randagismo, purtroppo alimentato anche da quella sottocultura che tratta gli animali come merce”.
*“Legge di ratifica ed esecuzione della Convezione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno”
L'indagine dalla denuncia di alcuni veterinari
L'operazione è il risultato del lavoro congiunto di polizia provinciale, Corpo forestale di Pistoia e del servizio veterinario Usl3. Le indagini, che sono andate avanti per diversi mesi, erano partite anche a seguito di diverse segnalazioni arrivate da veterinari, associazioni e semplici cittadini, che riferivano, si spiega in una nota, di "un fiorente commercio" di cuccioli "di dubbia provenienza", portato avanti anche attraverso internet.
Il tutto si svolgeva in alcuni locali, alla periferia della città, che la coppia pubblicizzava come un allevamento: a carico dei due saranno ora emesse sanzioni amministrative per alcune migliaia di euro. Inoltre la loro attività è stata segnalata alla guardia di finanza per le eventuali violazioni in materia fiscale.
L'intervento è scattato in seguito al controllo di una persona che aveva appena acquistato un cucciolo: è stata effettuata la verifica degli animali tenuti nei locali, da cui è emersa la loro illecita provenienza e la mancanza delle dovute vaccinazioni. I cuccioli attualmente custoditi nel canile sanitario di Pistoia saranno ora sottoposti dal personale dell'Usl alla profilassi prevista. Alla stessa prevenzione, si spiega nella nota, verranno sottoposti altri cuccioli appena venduti in varie parti d'Italia, dei quali sono stati acquisiti i documenti di vendita.
I rappresentanti della polizia provinciale, della Provincia, del Corpo forestale e del servizio veterinario Usl 3 hanno colto l'occasione per ricordare ai cittadini di porre sempre la "massima attenzione" sulle modalità di acquisto dei cuccioli, sottolineando anche che, in casi come questo, spesso "i cuccioli arrivati a destinazione sono dei 'sopravvissuti' a trasporti che, soprattutto nella fase svolta al di fuori dei confini nazionali, risultano causa di morte della maggior parte di loro".
I carabinieri, prima pensavano che il commercio illegale di cani celasse quello di droga e armi, ma subito si sono accorti che, invece, era il cane la fonte di reddito.
I Paesi coinvolti, in questo bieco traffico, sono: Ungheria (Paese già richiamato nell'ottobre 2007 dalla Commissione Europea a seguito delle richieste del nostro Paese) Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia e Bulgaria in ambito comunitario, così come di Estonia, Lettonia, Lituania, Russia, Bielorussia, Ucraina in ambito extracomunitario.
I cuccioli acquistati, a una media di 60 euro l’uno, sono svezzati precocemente, maltrattati e rivenduti nel nostro Paese a un prezzo che varia dai 500 ai 1500 euro. Molto spesso le loro condizioni sono così gravi da farli morire, dopo l’effetto delle droghe somministrategli per tenerli vispi e in vita, a pochi giorni dall’acquisto: giusto il tempo per far incassare ai propri aguzzini il guadagno.
Nonostante quanto sopra, ieri, il corpo forestale dello Stato dei Comandi provinciali di Pistoia e Prato nell’ambito dell’operazione kutya finalizzata a stroncare un traffico di cani provenienti illegalmente dall’Ungheria (“Kutya” è la traduzione ungherese del termine “cane”), hanno sequestrato, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pistoia, ventisette cuccioli di cani di razze pregiate (Carlini, Akita, Sharpei, Labrador, ecc), 175 documenti comprovanti la vendita degli animali, 130 passaporti ungheresi di cani oltre a svariati documenti sanitari, materiale informatico, telefoni cellulari, computer, medicinali veterinari, siringhe per inserimento microchip, microchip e vari documenti contabili. Gli agenti forestali hanno effettuato perquisizioni domiciliari ed eseguito l’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico di tre persone, due uomini di nazionalità italiana ed una donna di nazionalità ungherese. L’indagine è nata a seguito di alcune denunce presentate nell’estate 2010 da cittadini vittime di truffa e frode nell’esercizio del commercio. Gli accertamenti del personale del Corpo forestale dello Stato, grazie anche alla collaborazione del Servizio veterinario della ASL 3 di Pistoia, hanno permesso di appurare come i cuccioli, in gran parte venduti tramite annunci su siti internet, non provenissero dall’allevamento dichiarato, peraltro esistente solo sulla carta e in ogni caso risultato essere privo anche di qualunque tipo di autorizzazione, sia sanitaria sia urbanistico-edilizia.
Per l’illecita attività, posta in essere da padre, figlio e convivente con il coinvolgimento di altri soggetti “prestanome”, è stato formulato il reato di associazione a delinquere finalizzata al falso, truffa e frode in commercio.Questa attività criminosa, non si è fermata neppure dopo i ripetuti sequestri di cuccioli e le perquisizioni domiciliari: gli indagati, infatti, hanno continuato a vendere i cani, giungendo a presentare false denunce di smarrimento dei telefoni a loro sequestrati, solo per avere delle sim card con gli stessi numeri e poter continuare ad essere contattati dalle persone interessate agli acquisti pubblicati su internet e riviste specializzate. L’intervento del Corpo forestale dello Stato si colloca tra le altre numerose operazioni di polizia giudiziaria sul territorio nazionale, tutte volte a debellare il fenomeno del maltrattamento degli animali.
Il Parlamento italiano – con legge n. 201 del 2010 – ha ratificato una Convenzione del Consiglio d’Europa risalente al 1987 e riguardante la protezione degli animali. Con la normativa entrata in vigore il 4 dicembre 2010 è stato inserito nell’ordinamento italiano, un nuovo reato: quello di “traffico illecito di animali da compagnia” (art. 4, legge 201 del 2010), che prevede pene che vanno da tre mesi a un anno di reclusione (oltre ad una sanzione fino a 15.000 euro), per chiunque introduce, trasporta, cede o riceve nel territorio nazionale animali da compagnia privi di sistemi per l’identificazione individuale (il cosiddetto ‘microchip’) e delle necessarie certificazioni sanitarie.
Il traffico di animali diventa, quindi, reato, e il Ministro Frattini, fautore della legge dichiara: “Sostengo la campagna di informazione che la LAV ha condotto contro il traffico illegale di cani e gatti dai Paesi dell'Est Europa e l'impegno dei veterinari italiani con la Federazione nazionale degli Ordini Veterinari e l'Anmvi (Ass. Nazionale Medici Veterinari Italiani) per far sapere cosa si può nascondere dietro l'acquisto di un tenero cucciolo”.”Sono- continua il Ministro- preoccupanti i dati rilevati dalle prime indagini di Forze di Polizia come il Corpo forestale dello Stato, la Guardia di Finanza, e gli uffici periferici del Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali, che ringrazio per quanto hanno già fatto e che sono certo continueranno a fare spero anche con più mezzi e personale”.”Essi hanno registrato sul territorio le ripetute irregolarità di questo tipo di commercio”:
- assenza dell'obbligatorio passaporto europeo per animali domestici e trasformazione illegale dei cuccioli in “italiani” per poterli vendere a prezzi elevati;
- assenza di vaccinazioni e aumento della frequenza di gravi malattie per gli animali come cimurro, rogna e parvovirosi;
- falsificazioni di attestazioni vaccinali contro la rabbia, tanto più grave poiché gli animali provengono da Paesi ad elevata diffusione di questa zoonosi;
- cuccioli strappati alle madri troppo presto, dopo due/quattro settimane, con rischi di indebolimento delle difese immunitarie e sviluppo di problemi comportamentali;
- trasporti effettuati illegalmente, addirittura in spazi angusti come i bagagliai di automobili;
- cuccioli morti durante i viaggi e nei primi giorni dopo la vendita.
Prosegue poi dichiarando:” Nel nuovo Trattato Europeo gli animali, proprio su mia proposta nel Vertice di Roma del 2003, sono riconosciuti come “esseri senzienti”. Ora si deve passare ai fatti”.
Il Ministro Frattini, assieme al Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, ha sensibilizzato l'intervento delle Autorità dei Paesi più interessati, affinché intensifichino i controlli all'origine da parte delle autorità veterinarie e doganali per verificare il rispetto delle normative in vigore. Decine di migliaia di quattro zampe aspettano di essere adottati nei canili delle Amministrazioni locali e nei rifugi delle associazioni per la protezione degli animali: risparmiando, e dando un tetto a un quattro zampe abbandonato, si farà una doppia buona azione e si contribuirà attivamente a mettere fine alla tratta dei cuccioli, ha concluso Frattini.
Gianluca Felicetti, Presidente della LAV, dichiara:“gli impegni presi dal Ministro degli Affari Esteri Frattini e dal Sottosegretario alla Salute Martini sono un'importante risposta positiva alla nostra petizione già sottoscritta da migliaia di cittadini e sono decisivi per contrastare efficacemente il traffico illegale dei cuccioli dall'Est Europa sostenendo Forze di polizia, veterinari, associazioni, negli interventi per porre fine a questa tratta. I reati sono effettuati contro gli animali e contro tutti noi visto che si evade il fisco e si mette a repentaglio la salute pubblica. Ai cittadini chiediamo di evitare di acquistare cuccioli preferendo sempre l'adozione di un quattro zampe, peraltro gratuita, da un canile. Ce ne sono decine di migliaia che attendono una nuova famiglia, questo sarebbe per loro il più bel regalo”.
La tratta dei cuccioli coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti, provenienti dai Paesi dell'Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando i documenti, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all'acquirente. La mortalità dei cuccioli nella fase che va dal trasporto ai primi mesi dopo l'arrivo in Italia raggiunge il 50%. La carenza di controlli sanitari e la violazione della normativa in materia di vaccinazione (es. vaccinazione antirabbica) comportano elevati rischi sanitari per l'Italia. Il valore di mercato di un cucciolo importato dall'Est (soprattutto Carlini, Jack Russell, West Highland, ecc.) e spacciato per italiano falsificando i documenti può aumentare fino a 20 volte, con un giro d'affari annuo stimato in 300 milioni di euro.
Sonia Bonvini
28 SETTEMBRE 2011 :
senza microchip o con false vaccinazioni, venditori di cui hanno perso le tracce, ecc…Questo è il risultato di chi acquista cuccioli provenienti dall’est.
La tratta dei cani provenienti dall’est è molto più estesa di quanto si pensi e spesso è difficile riconoscere se il cucciolo viene da questi allevamenti dove le mamme sono tenute come macchine che devono riprodursi di continuo senza pensare alla salute, alle tare genetiche alla selezione del carattere, alle pause tra una gravidanza e l’altra.
I chihuahua sono cani dolcissimi, ma chiaramente può succedere che, essendo maltrattati ed avendo sofferto da cuccioli, acquistino un carattere irritante, aggressivo e mordace. Così spesso si sente dire che abbaiano, mordono ecc. ma non è senz’altro un loro carattere, se allevati con cura ed affetto sono la compagnia più affettuosa e serena che si possa pensare.
Qui sotto riportiamo alcuni articoli che parlano della tratta dei cani dell'est:
1) LAV : 200-300 mila cuccioli da sottrarre al mercato nero, ora va data piu’ forza alle polizie. appello ai cittadini: sempre preferibile adottare dal rifugio
2) TRAFICO ILLECITO DI CANI DALL’EST: 12 a giudizio tra commercianti, allevatori e veterinari
04 novembre 2009
(ANSA) - BOLOGNA, 4 NOV - 12 a giudizio per un traffico di cuccioli di cane da paesi dell’est Europa, pagati poche decine di euro e rivenduti in Italia con falsi documenti.
Lo ha deciso il Gup di Bologna. Le accuse vanno dal maltrattamento di animali, alla frode in commercio, truffa, associazione per delinquere. I rinviati a giudizio sono un commerciante di animali di Casalecchio, sua moglie, due dipendenti, tre veterinari e alcuni allevatori. I cani venivano rivenduti in Italia con falsi documenti. I cuccioli venivano acquistati all’est per 65 euro e rivenduti a 1.000. (ANSA).
3) Tratta dei cani dall’Est
L'allarme dei veterinari
I 104 cuccioli sequestrati in un negozio di animali di Merone sono solo l’ultimo episodio di un fenomeno che, nel settore veterinario, sta sollevando parecchie perplessità.
Merone, 17 maggio 2010 - Il mercato parallelo dei cuccioli di cane importati dall’Est Europa è un fenomeno radicato, e i 104 sequestrati nei giorni scorsi in un negozio di animali di Merone sono solo l’ultimo episodio di un fenomeno che, nel settore veterinario, sta sollevando parecchie perplessità. Due sono gli aspetti sui quali si concentrano le attenzioni: da un lato le incertezze relative ai certificati di vaccinazione, che non sempre possono essere considerati attendibili, dall’altro i maltrattamenti a cui sono sottoposti i cuccioli fin dai primi giorni, che possono tradursi in una speranza di vita molto bassa dell’animale.
La Asl, che ha collaborato con il Corpo forestale dello Stato all’operazione di sequestro dei cani, ha svolto prelievi di sangue per verificare gli anticorpi, e quindi l’effettiva somministrazione del vaccino, ma questo esame dovrebbe essere fatto ogni volta che si acquista un cucciolo: «In Ungheria e nei Paesi vicini – spiega Giulio Gridavilla, responsabile del Dipartimento di Medicina Veterinaria della Asl di Como – ci sono casi di rabbia endemica, arrivati anche in Italia attraverso le importazioni di animali, soprattutto dalla Slovenia. Per questo è opportuno far visitare da un veterinario i cuccioli appena acquistati, anche se provengono da un negozio».
L’acquisto da un rivenditore, infatti, non è garanzia di una provenienza del cane che abbia rispettato tutte le normative. «Spesso i cani vengono commercializzati con poche settimane di vita – prosegue Gridavilla – mentre l’età minima dovrebbe essere di tre mesi. Vengono trasportati su furgoni e in numero maggiore rispetto a quanto dichiarato, e pi concentrati in luoghi in Italia in attesa dello smistamento presso i rivenditori.
Tutto questo si traduce in un prezzo del cane inferiore rispetto agli allevamenti, ma il rischio di morte di questi animali è molto più alto. Sono stati svezzati precocemente, e quindi più esposti a infezioni virali e batteriche, soprattutto all’apparato digerente. A questo si aggiungono parassiti, dermatiti e altri problemi che possono minare la salute del cane e di chi vive con lui».
Il mercato ha ormai preso piede: si tratta quasi esclusivamente di quattrozampe di razza e di taglia medio-piccola, con numeri che parlano di una media di circa 250 esemplari smerciati ogni mese nella sola provincia di Como.
di Paola Pioppi
4) Traffico di cuccioli dall'Est
17 animali sequestrati
Sono labrador, bulldog, carlini e bassotti
Avevano visto bene alcuni veterinari di Pistoia quando hanno denunciato i loro sospetti rispetto alla provenienza di alcuni cani. E' stato fermato a Pistoia un traffico di cuccioli provenienti dall'Europa dell'est e gestito da una coppia: lui un pistoiese, lei invece straniera (originaria di un Paese dell'Est). Diciassette i cuccioli sequestrati. Sono di varie razze, fra le quali carlino, bulldog inglese, labrador, chihuahua e bassotto. Gli animali si trovano ora in affido al canile cittadino.
(31 luglio 2010)
5) Traffico di Cuccioli: Stroncato commercio illegale da Est Europa Un vergognoso traffico illegale di animali provenienti dall’Europa dell’est e’ stato fortunatamente sventato dalle forze dell’ordine che hanno sequestrato ventisette cuccioli di razze pregiate, che venivano venduti online
Nell’ambito dell’operazione del Corpo Forestale di Prato e Pistoia coordinata dalla Procura di Pistoia sono stati arrestati due italiani, padre e figlio ed una donna ungherese ed insieme ai cuccioli sono stati sequestrati computer, cellulari, siringhe per l’installazione di microchip, medicinali veterinari, documenti contabili e sanitari e altro materiale informatico. Si tratta di un’operazione di vaste proporzioni vista la quantita’ di materiale rinvenuta, 175 documenti di vendita, 130 passaporti canini. Peraltro una prima denuncia era stata fatta gia’ la scorsa estate, ma il traffico nonostante il sequestro di materiale ha continuato imperterrito.
La legislazione italiana contiene norme entrate in vigore recentemente tutela gli animali dal maltrattamento e include il traffico illecito introducendo pene e sanzioni.
Il Corpo Forestale rivolge quindi l’invito a chi volesse acquistare un animale da compagnia prestare la massima attenzione e a diffidare da persone ed operatori non autorizzati.
6) PISTOIA, 24 febbraio 2011
Importare cuccioli di razza dai Paesi dell’est Europa per rivenderli illegalmente in tutta Italia: è questo il nuovo business delle organizzazioni criminali.
guadagno e minori rischi rispetto ad altre importazioni illegali. Quest’orrenda speculazione ha visto coinvolti, in cinque anni, oltre 70.000 cuccioli per un giro d’affari complessivo di diversi milioni di euro.
7) Udine, corpo forestale sequestra oltre 100 cuccioli di cane importati dall'est
ultimo aggiornamento: 15 dicembre, ore 15:29
Udine, 15 dic. - (Adnkronos) - Erano letteralmente ammassati nel bagagliaio di una macchina, affamati, senz'acqua e ricoperti dai propri escrementi
Udine, 15 dic. - (Adnkronos) - Circa 40 cuccioli, letteralmente ammassati nel bagagliaio di una macchina, affamati, senz'acqua e ricoperti dai propri escrementi, sono stati sequestrati la notte scorsa a Tarvisio, in provincia di Udine, dagli agenti del Corpo forestale dello Stato nel corso di una vasta operazione di controllo contro il traffico illegale di cuccioli di cane dall'Est. Lo rende noto il Corpo Forestale, spiegando che si tratta di cuccioli appartenenti a varie razze tra cui Pincher, Barboncini, Cavalier King, Cocker, Yorkshire, Shitzu, Beagle, Jack Russell, San Bernardo, Labrador e Carlino.
8) l traffico illegale di cani è ormai argomento all’ordine del giorno. I media e le istituzioni non si risparmiano dal disincentivare l’acquisto di cuccioli dai negozi. Questa piaga però si sta allargando e coinvolge anche altre figure come allevatori e veterinari che insieme a corrieri e commercianti, formano vere e proprie organizzazioni criminali. Purtroppo ancora in molti ignorano le terribili esperienze che un tenero cucciolo può avere vissuto: separati dalla madre molto precocemente, trasportati in condizioni pessime, malati, privi di vaccinazioni, denutriti. Difficilmente questi cani sopravvivono. Anche se li vediamo vivaci, apparentemente sani, la maggior parte di loro sono imbottiti di farmaci proprio per darci l’impressione del loro buono stato di salute ma, appena portati nelle nostre case, la malattia ha il sopravvento e muoiono.
Per combattere questo fenomeno è attivo anche il NIRDA - Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli animali - struttura istituita all’interno del Corpo Forestale dello Stato che ci offre 10 ottimi consigli per salvaguardare i cuccioli e per aiutarci a non cadere vittime di sporchi raggiri
9) Cuccioli dall'Est seviziati e venduti malati 9 denunciati
Nel mirino della Procura di Milano allevatori, rivenditori e veterinati. Figurano i proprietari, marito e moglie, di un negozio per animali di via Padova: gli animali venivano imbottiti di farmaci.
Milano, 30 agosto - Cuccioli di cane, gatti e altri animali stipati in gabbie per essere trasportati dai paesi dell’Europa dell’est a Milano e a Torino, tenuti senz’acqua durante lunghi tragitti e imbottiti di medicine che venivano loro somministrate «al solo scopo di ritardare la scoperta di patologie in atto». È il quadro che emerge da un’inchiesta a carico di nove persone destinatarie di un avviso di chiusura delle indagini firmato dal pm di Milano Nicola Balice per associazione a delinquere finalizzata a diversi reati, tra cui maltrattamenti e sevizie nei confronti di animali che venivano messi sul mercato come se fossero cani o gatti italiani e rivenduti a caro prezzo agli acquirenti col rischio che i loro animali potessero avere patologie come la rabbia.
Tra gli indagati, allevatori, rivenditori e veterinari, figurano i proprietari, marito e moglie, di un negozio per animali di via Padova, ‘Anima Animalè. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, violando le disposizioni comunitarie, gli indagati importavano dalla Repubblica slovacca cuccioli di cane e gatti, munendosi di passaporti per animali compilati con dati falsi relativamente alla data di nascita, all’esecuzione delle vaccinazioni obbligatorie per la prevenzione della rabbia e alle condizioni di salute.
Lo scopo sarebbe stato lucrare sui prezzi differenti del mercato italiano rispetto a quello dell’est europeo, creando un «potenziale pericolo per la salute pubblica - si legge nell’avviso di conclusione dell’inchiesta -, perchè talvolta i cuccioli non erano stati sottoposti all’obbligatoria vaccinazione contro la rabbia». Coinvolti nell’indagine anche due veterinari. Il primo avrebbe iscritto in modo illegale i cuccioli all’anagrafe canina lombarda, omettendo di rilevare la loro effettiva età e le eventuali patologie di cui soffrivano; avrebbe somministrato il vaccino contro la rabbia pochi giorni dopo l’importazione, senza sapere se fossero già stati vaccinati come prevede la legge; e avrebbe consegnato senza prescrizione ai negozianti medicinali a uso umano e animale perchè camuffassero le malattie dei cuccioli. Il secondo, oltre ai farmaci, avrebbe affidato a un allevatore torinese i microchip per l’identificazione dei cuccioli e avrebbe creato libretti di vaccinazione con il suo timbro e la sua firma in bianco. Il pm accusa tutti gli indagati di aver sottoposto «un numero imprecisato ma tuttavia rilevante di animali a sevizie e fatiche insopportabili», tra l’altro «sottoponendoli a trattamenti vaccinali ripetuti e somministrando medicinali al solo scopo di ritardare la scoperta di patologie in atto». Tra gli indagati, oltre a Massimo Cubuzio e alla moglie Elisabetta De Lucia, propietari di ‘Anima Animale', ci sono anche Simona Mignone ed Elisabetta Pesenti, soci dell’azienda ‘La carica dei cuccioli' che gestisce l’omonimo negozio a Torino.
10) Olbia, traffico di cani dall'Est Europa:
sette cuccioli salvati dai carabinieri
Sette cuccioli di cani di razza, cinque Chihuahua e due English Bulldog, sono stati sequestrati dai carabinieri nel porto di Golfo Aranci: gli investigatori dell'Arma sospettano un traffico dall'est Europa alla Sardegna, dove i cani sarebbero stati ordinati su internet da privati cittadini.
Le indagini si concentrano su tre ungheresi, due uomini e una donna, bloccati dopo lo sbarco da un traghetto proveniente da Livorno: nel cofano della loro auto, i carabinieri di Golfo Aranci e Olbia hanno trovato i sette cuccioli, apparentemente in buona salute, tutti privi di microchip. Le modalità di trasporto, la mancata applicazione del chip identificativo e l'assenza del relativo libretto per certificarne la provenienza e le vaccinazioni, inducono i militari a ritenere che si tratti di animali introdotti clandestinamente in Italia e destinati a vendite irregolari. Nell'auto degli ungheresi sono stati poi recuperati cinque documenti europei per cani, con altrettanti microchip inapplicati, non compatibili con i cuccioli trasportati. I sette cagnolini sono stati affidati alla sezione della Lida di Olbia per la loro custodia.
Truffano con cuccioli di cane provenienti dall’Est.
Ripropongo volentieri questa notizia per contribuire a sensibilizzare tutti voi sul traffico clandestino degli animali; la notizia è di Dicembre 2007, ma ritengo possa essere purtroppo sempre di attualità a causa della divulgata usanza di speculare sugli animali.
TRUFFA CUCCIOLI DALL’EST, SEI A PROCESSO A Bologna. Alla sbarra anche una veterinaria. 7 dicembre 2007 – Acquistavano cuccioli di cane dell’est Europa per poche decine di euro e li rivendevano in Italia con falsi documenti per farli passare come animali provenienti da allevamenti italiani. Per questo sei persone sono finite a processo a Bologna con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata, a seconda delle singole posizioni, a falso, truffa e frode in commercio. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza i sei operavano attraverso il negozio di animali ‘Reno Zoo’ di Casalecchio di Reno, comune alle porte di Bologna. Le indagini sono partite dopo le denunce di sette clienti che avevano comprato cuccioli di cane che poi non sono risultati conformi a quanto era stato pattuito al momento dell’acquisto e anzi erano risultati malati e poi sono anche morti perche’ non vaccinati nonostante la certificazione che li accompagnava sostenesse il contrario. Davanti al giudice sono comparsi Eugenio Merighi, 52 anni di Pianoro e Ornella Ventura, 50 di Bologna, che secondo l’accusa avevano il ruolo di promotori e organizzatori; Natascia Barducci, 35 anni, bolognese, ufficialmente era l’addetta alle vendite ma in realta’, sempre per l’accusa, era un socio occulto; Anna Di Terlizzi, 46 anni originaria della Svizzera e residente in provincia di Bari e’ una veterinaria e in quanto tale rilasciava certificati di avvenuta vaccinazione contro il cimurro degli animali in realta’ malati; Oreste Dall’Asta, 53 di Casal Maggiore (Cremona) rilasciava libretti sanitari internazionali di vaccinazione in bianco da riempire al momento della vendita cosi’ come faceva Marco Bonacini, reggiano di 46 anni. Merighi e’ anche accusato di aver abbandonato un cucciolo di Yorkshire in fin di vita in un cartone fino a quando non e’ morto e di aver esercitato abusivamente la professione veterinaria. (Mea/Gs/Adnkronos)
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Tratta cuccioli: arriva un manuale contro i traffici illegali di animali
Contro il reato di traffico di cuccioli dall`Est Europa, che coinvolge migliaia di cani e gatti, è stato redatto il primo manuale dal titolo Procedure per l`esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti, realizzato da ministero della Salute, Lav e Fnovi in collaborazione con la polizia di Stato, con il patrocinio dei ministeri degli Affari Esteri e del Turismo. Il vademecum è stato presentato presso il ministero degli Affari Esteri, nel corso di una conferenza stampa del ministro Franco Frattini e del sottosegretario alla Salute Francesca Martini.
Il manuale, diretto a veterinari ufficiali e forze dell`ordine, serve ad ottimizzare le attività di contrasto della tratta di cuccioli dall`Est Europa verso l`Italia e l`applicazione della Legge 201/2010, che ha introdotto lo specifico reato di traffico di animali `da compagnia`. Strutturato in maniera schematica, il volume si compone di una parte testuale, che descrive le disposizioni relative alla movimentazione di cani e gatti all`interno dei Paesi dell`Unione Europea e verso l`Italia per quanto riguarda lo scambio commerciale legale, fornendo tutti i dettagli tecnico-normativi cui questo deve rispondere e i fac-simile dei certificati e della documentazione che il trasportatore deve presentare, oltre alla descrizione delle fattispecie di reato codificate, invece, dalla Legge 201/2010.
Alla parte testuale seguono una serie di tabelle che riportano sinteticamente le fattispecie di reato nel caso di sanzioni penali, o la descrizione dell`illecito nel caso di sanzioni amministrative. Le prime vittime di questo mercato illegale sono gli animali, che spesso rischiano la vita. Ce l`hanno fatta, invece, i cuccioli strappati al commercio dei trafficanti nel 2008 e affidati in custodia legale alla Lav: Carlino Heidi e Nanà sono stati accolti in famiglia.
Tra i sequestri più recenti, vi è quello di otto cuccioli che a maggio la polizia stradale di Verona ha sottratto ai loro aguzzini in viaggio su un camion ungherese: i cani, al momento del sequestro tutti privi di microchip, di documenti di viaggio, di vaccinazioni e in condizioni precarie, sono stati affidati alla Lav di Verona che, con i suoi volontari, ha provveduto alle loro cure e al felice inserimento in famiglia. Per questo caso la Polstrada ha denunciato due persone per il reato di traffico illegale di cuccioli.
Nel giugno del 2011, la prima sentenza di condanna in applicazione della Legge 201/2010: è stata emessa dal Tribunale di Pistoia verso tre persone, con il patteggiamento di pene fino a 3 anni e 1 mese di reclusione. I tre, padre e figlio e una donna ungherese, furono arrestati (febbraio 2011) a conclusione dell`indagine Kutya, nell`ambito della quale furono sequestrati 27 cuccioli importati illegalmente dall'Europa dell'Est, oltre a 175 documenti comprovanti la vendita degli animali, 130 passaporti ungheresi di cani e altro materiale fra cui documenti sanitari, cellulari, computer, medicinali veterinari, microchip e siringhe per il loro inserimento.
28 settembre 2011
Redazione Tiscali
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Traffico cani dall'est, fermati a Udine 3 slovacchi con 170 cuccioli. 30-08-2011
UDINE - Centosettanta cuccioli di cane di varie razze, dal Pincher al Maltese, dall'Husky al San Bernardo sono stati sequestrati nella notte da un pattuglia della polizia stradale di Amaro (Udine) mentre erano nascosti in un furgone,in pessime condizioni e alcuni sono morti durante la notte. A bordo del mezzo c'erano tre slovacchi, riferisce il comunicato della Polstrada: Jozef Mihalovic, nato nel 1970, Frantisek Sipkovsky, nato nel 1984 e Milan Luptak, nato nel 1957.
Alcuni dei cuccioli avevano addirittura meno di due mesi di età,stipati in 20 in gabbie che normalmente ne trasportano al massimo un paio. Tutti gli animali risultavano essere in condizioni critiche e solamente l'intervento dei veterinari della Usl di Tolmezzo e Gorizia ha permesso di salvarne molti, che sono già stati adottati . Per otto di loro invece non c'è stato nulla da fare e sono morti, secondo le cifre fornite dall'Enpa, mentre altri 4 o 5 versano ancora in gravi condizioni e vengono tenuti sotto stretta osservazione, affidati alle cure amorevoli di volontari esperti.
Il commercio dall'est frutta cifre considerevoli ai trafficanti senza scrupoli, con i cuccioli strappati troppo presto dalle madri costrette ad una vita d'inferno,senza vaccinazioni, con documenti falsi e poi imbarcati per viaggi di molti km per essere poi rivenduti anche di mille euro : «Di solito c'è un referente in Italia per questi animali - spiega Gianfranco Urso, responsabile regionale dell'Enpa - che spesso è un allevatore disonesto, che invece di far crescere i cuccioli li compra, spacciandoli poi per propri con documenti falsi». I cuccioli salvati dagli agenti erano destinati a essere venduti in Veneto, Lombardia e Piemonte.